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mercoledì 5 febbraio 2014

Diffondere la lettura con una nuova umiltà. I libri li vogliamo social !

Sembra sempre che i libri siamo solo dei"gioielli preziosi" e come tali vengono trattati. In Italia non si riesce proprio a sdoganare l'appeal dei libri, a renderli più pop, più "vivi, più umani...E poi ci si lamenta che la gente non legge, che i giovani non si avvicinano alla lettura. E allora come si spiega, ad esempio, che il nostro canale Instagram (BOOKSNEWS) in soli 20 giorni ha raggiunto il numero di 5500 followers reali ed attivi ? C'è voglia di leggere, questa è la realtà, ma ancora non si è ben capito come "umanizzare" questa voglia. In Tv ci sono due programmi che parlano di libri, due tentativi di "familiarizzare" la lettura. Da una parte c'è una sorta di talent, Masterpiece e dall'altra, su Rai 3, Per un pugno di libri.
I giudizi provenienti dai blog di settore su questi due programmi non sono mai stati eccellenti. L'ultima notizia è che Masterpiece, dopo la prima fase di selezione e ben tre romanzi ripescati grazie alle votazioni del popolo del web, non verrà trasmesso in prima serata. Anzi, non si sa nemmeno quando ripartirà. Ma perchè Mastepriece non ha funzionato ? Ovvio, sempre per il solito motivo: i più, i "letterati", i "critici" lo hanno bollato come un programma che "scimmiotta la lettura"...Ma perchè, mi chiedo ? Perchè ogni volta che sulla bocca della gente compare la porola libro bisogna per forza portare "quel rispetto rigoroso" dato dalla tradizione ? E poi cosa significa "rispetto" ? Non è avere rispetto dei libri aprire un canale social a loro dedicato ? Non è avere rispetto dei libri il solo fatto etico di parlarne ? Ci vuole un approccio diverso se veramente si desidera supportare la lettura...Se si desidera veramente che il popolo impari a leggere di più, ad informarsi di più, ad aprire la mente..

L'altro programma sui libri, Per un pugno di libri, condotto dalla Cucciari è un teatrino ironico di battute brillanti, composto da ragazzi di scuole medie superiori che dicono di amare Pirandello e poi, in realtà, sul comodino hanno il libro della James "50 sfumature". Quindi a chi credere ? A ciò che la comunicazione letteraria ci costringe ad ingoiare o alla voce dei reali fruitore ? Cosa buttare già ? Il boccone amaro e arcaico della classica comunicazione letteraria o il commento sincero, social, diretto e influente di una "nuova comunicazione" ? L'etica, lo stile, il rispetto della lettura non può più viaggiare su un unico binario. La lettura va diffusa in modo nuovo, con una nuova umiltà e con un nuovo senso del dovere.

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