Nella vita di questa coppia non ci sono segreti. Ogni tanto però Giulio è colto dalla consapevolezza che qualcosa gli sfugge: “Tu non mi hai detto tutto di te” le sussurra mentre non riesce a fare a meno di viziarla. Di segreti Arianna ne ha molti, e brucianti, ma quello che custodisce più gelosamente è il “tuttomio”: una tana tutta sua, ricavata in un angolo del solaio. I giochi di Arianna e Giulio sono troppo torbidi e coinvolgenti per non farsi, con il passare del tempo, pericolosi… Ispirato alla vicenda dei marchesi Casati Stampa, ecco un gioco raffinato e colmo di ironia, che trascina i lettori attraverso il labirinto dell’eros, al cuore dell’amore e della perdizione, là dove – come nel mito di Arianna – il Minotauro vive nutrendosi dei desideri più oscuri e inconfessabili.
Queste i primi commenti dei lettori su Amazon:
1) Sono un grande lettore di Camilleri, che considero un maestro della
letteratura contemporanea, dai saggi - p. Es. "La bolla di Componenda" -
a Montalbano - quasi tutti - agli altri scritti - per citare solo il
mio preferito "La scomparsa di Pato'. Questo mi ha profondamente deluso,
non ho trovato la solita verve, non ho trovato un filo del racconto
sostenibile, nessuna caratterizzazione dei personaggi degna
dell'abilita' tipica dell'Autore. Se proprio devo dirla tutta, anche
piuttosto povero nel linguaggio. Insomma, uno dei peggiori libri che
abbia mai letto...
2) Libro assolutamente deludente. Da avido lettore di Camilleri, posso
affermare senza errore che questo è il peggiore, sin'ora. Banale,
piatto, senza pathos; lo svolgimento del tema di un alunno svogliato,
che sa scrivere in italiano, ma che quel giorno voleva andare a sciare.
Forse era nel suo intendimento essere asettico, ma ci ha abituato a ben
altri colori, e ci si trova spiazzati.
Si intuisce dove si va a parare nelle primissime pagine; siamo molto lontani dalle invenzioni che fanno dei gialli di Montalbano sempre delle piacevoli sorprese. Sin qui ciò che mi pare oggettivo. Per quanto concerne le mie sensazioni, soggettive, dirò che non apprezzo in Camilleri la lingua italiana quanto quella siciliana. Lo stesso romanzo, scritto nel linguaggio di Montalbano, sarebbe senz'altro riuscito meglio. Il romanzo tratta di passioni forti: il linguaggio asettico utilizzato non mi è parso adeguato. Insomma, è venuto male. Capita, anche ai migliori. Questo ovviamente non cambia il mio giudizio su Camilleri, che rimane un notevolissimo narratore.
Si intuisce dove si va a parare nelle primissime pagine; siamo molto lontani dalle invenzioni che fanno dei gialli di Montalbano sempre delle piacevoli sorprese. Sin qui ciò che mi pare oggettivo. Per quanto concerne le mie sensazioni, soggettive, dirò che non apprezzo in Camilleri la lingua italiana quanto quella siciliana. Lo stesso romanzo, scritto nel linguaggio di Montalbano, sarebbe senz'altro riuscito meglio. Il romanzo tratta di passioni forti: il linguaggio asettico utilizzato non mi è parso adeguato. Insomma, è venuto male. Capita, anche ai migliori. Questo ovviamente non cambia il mio giudizio su Camilleri, che rimane un notevolissimo narratore.
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